Quota 100, opzione donna, APE e altre pensioni: guida alle novità 2019
Quota 100, opzione donna, APE sociale e aziendale, pensione di vecchiaia. Ampia è la gamma delle chance offerte alle imprese per gestire il turnover aziendale e per i lavoratori di anticipare i tempi della pensione. La prima operazione da fare è un’analisi dei costi e dei benefici, utile a valutare la convenienza delle opzioni e per orientare le scelte. Conviene andare in pensione con quota 100, accettando la decurtazione dell’assegno pensionistico o è consigliabile attendere la pensione di vecchiaia? Ed ancora, conviene chiedere l’intervento dei fondi di solidarietà bilaterali per anticipare l’esodo del dipendente?
Definito il quadro generale delle opportunità offerte nel 2019 alle imprese per gestire il turnover aziendale e ai lavoratori per anticipare i tempi della pensione.
Con il decreto legge n. 4 del 2019, collegato alla legge di Bilancio 2019, e le successive circolari dell’INPS, si è dato avvio a quota 100, la misura chiave della riforma previdenziale.
Quota 100 è una nuova forma di pensione anticipata, con la quale si potrà accedere alla pensione con almeno 62 anni di età e almeno 38 di anzianità contributiva.
Introdotto in via sperimentale per il triennio 2019-2021, il nuovo canale di pensionamento prevede il reinserimento delle finestre, trimestrali per i dipendenti privati e semestrali per i dipendenti pubblici.
La logica di “quota 100” è quella, da un lato, di rappresentare una ulteriore possibilità di flessibilità in uscita e al contempo di favorire il ricambio generazionale delle aziende riavviando l’occupazione giovanile.
Rilevante è il capitolo sulla pace contributiva con la possibilità di riscattare in forma rateale periodi di contribuzione non obbligatoria. In tale ambito si inserisce anche l’interessante possibilità per gli under 45 di accedere in forma agevolata al riscatto laurea.
Come elemento di ulteriore novità vi è la possibilità per i dipendenti pubblici di accedere al pagamento anticipato del TFS/TFR attraverso uno specifico finanziamento bancario a tasso agevolato fino a massimo 30.000 euro con il riconoscimento di specifiche agevolazioni fiscali sul TFS per non essere gravati dagli oneri finanziari.
Si prevede poi il ripristino “restilizzato” di opzione donna per prevedere, sempre su base volontaria (va ricordato come in caso di opzione donna il calcolo della pensione è contributivo), una exit strategy per il segmento lavorativo femminile che potrebbe non agevolmente accedere a quota 100, stante la difficoltà a vantare 38 anni di contributi.
I nuovi requisiti sono rappresentati dall’avere 58 anni di età se si sia lavoratrice dipendente o 59 anni se si sia lavoratrice autonoma e 35 anni di contributi.
Si rinnova anche di un anno 2019, la sperimentazione dell’APE sociale che prosegue il proprio percorso in un alveare di flessibilità che comprende anche APE volontaria e APE aziendale per cui già nella legislatura precedente si era prevista la proroga fino al 31 dicembre 2019
Si prevede ancora la cristallizzazione dal 1° gennaio 2019 e fino al 31 dicembre 2026 dei requisiti contributivi per la pensione anticipata, a prescindere dall'età anagrafica, con 42 anni e 10 mesi di contributi gli uomini e 41 anni e 10 mesi le donne.
Va però evidenziato che per il pensionamento anticipato e per i lavoratori precoci si ripristinano le finestre mobili trimestrali così come previsto per il pensionamento con quota 100. Si esentano dall’indicizzazione anche i lavoratori precoci