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Spesso si crede che il disoccupato o chi ha una pensione minima non rischia nulla se smette di pagare il condominio. In verità contro i morosi c’è sempre la possibilità di pignorare e vendere l’appartamento. Solo nei confronti del fisco c’è il divieto di toccare la prima casa (peraltro con un limite minimo di debito di 120mila euro). Secondo la giurisprudenza, neanche l’esistenza di un fondo patrimoniale può essere sufficiente a impedire l’esecuzione forza sull’immobile, trattandosi di una spesa necessaria ai bisogni della famiglia (qual è appunto la casa).

Non puoi pagare per conto di chi non paga
Altro errore che si commette spesso nei condomini è quello di approvare a maggioranza la costituzione di un fondo spese per sopperire alle esigenze di cassa determinate dalle varie morosità. Se si tratta solo di un anticipo delle quote condominiali che i vari proprietari dovranno pagare nei mesi successivi, allora non c’è alcun problema. Viceversa, se si tratta di un extra per coprire i buchi di bilancio, la giurisprudenza impone l’unanimità dei consensi. Questo perché la legge stabilisce che alle spese condominiali si partecipa sempre e solo secondo i propri millesimi; invece, far pagare di più chi ha già pagato le quote, onde sopperire alle esigenze di cassa, sfasa questa proporzione. Con il consenso di tutti, invece, si può superare questo ostacolo. Ma basta un solo condomino che si oppone per far saltare la delibera.


Con l’entrata in vigore, dal 1° gennaio 2019, della fatturazione elettronica obbligatoria, sono cambiate le modalità di pagamento della relativa imposta. Il Ministero dell’Economia e delle finanze ha introdotto, di fatto, un nuovo adempimento per i contribuenti: il versamento dell’imposta di bollo relativa alle fatture elettroniche deve essere effettuato trimestralmente, entro il giorno 20 del mese successivo. Per effetto di un calendario molto particolare che caratterizza il mese di aprile, i contribuenti sono chiamati ad effettuare il versamento, per la prima volta, il 23 aprile 2019. Da ricordare, infine, che entro 120 giorni dalla chiusura dell'esercizio - e, pertanto entro il 30 aprile 2019 per i


I sistemi di distribuzione chiusi e della loro evoluzione. Ci sono aspetti potenzialmente critici, da chiarire, su cui lavorare in sede di recepimento. In che misura queste reti chiuse compartecipano agli oneri di sistema che tutti gli italiani pagano in bolletta? Quali garanzie in termini di gestione,


Dopo la prima fase di avvio, la fatturazione elettronica è entrata nel vivo: ad oggi, circa 2,7 milioni di operatori hanno inviato 350 milioni di e-fatture, con una percentuale di scarto pari al 3,85%. Grazie alle analisi del rischio basate su e-fatture e dati del portale Fatture e corrispettivi, in poco più di due mesi è stato smascherato un complesso sistema di frodi messo in atto attraverso false fatturazioni tra società cartiere e sono stati scoperti e bloccati falsi crediti IVA per 688 milioni di euro. Sono alcuni dei dati presentati in conferenza stampa dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate Antonino Maggiore, alla presenza del Ministro dell’Economia e delle finanze Giovanni Tria e dei principali rappresentanti dell’Amministrazione finanziaria

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