Pensioni, riscatto laurea light per gli under 45: solo vantaggi?
Il decreto legge collegato alla legge di Bilancio 2019 che reca disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e pensioni prevede la possibilità di operare con modalità agevolate il riscatto contributivo degli anni della laurea. Vi possono accedere solo gli under 45 e il periodo da riscattare deve collocarsi nell’ambito temporale di vigenza del metodo contributivo. In definitiva, l’assicurato potrà anche essere sottoposto al metodo misto, a condizione che l’evento (la laurea) da riscattare si collochi in un periodo di applicazione del metodo contributivo. Quali i pro e i contro per chi ricorre al riscatto light della laurea?
Nel decreto legge recante disposizioni urgenti sul reddito di cittadinanza e sulle pensioni, collegato alla legge di Bilancio 2019, si prevede come elemento di novità una modalità light ed agevolata del riscatto laurea fino al compimento quarantacinquesimo anno di età (è possibile che nel percorso parlamentare possa intervenirsi con un innalzamento del limite di età), valida solo per i periodi coperti dal regime contributivo.
L’agevolazione assume carattere di stabilità nel nostro ordinamento e si affianca alle modalità tradizionali di riscatto della laurea che continuano ad essere vigenti.
Va ricordato come anche nella scorsa legislatura era circolata - nel dibattito sulla Manovra 2018 - l’ipotesi, poi tramontata, di prevedere il riscatto gratuito della laurea per i Millennials, la generazione nata tra il 1980 e il 2000 che rientrano nell’applicazione integrale del metodo di calcolo contributivo. Più nello specifico si prevedeva un riscatto selettivo premiante per coloro che avessero concluso il percorso di studi nei tempi stabiliti con qualche eccezione per i fuori corso non per propria volontà. Gli anni universitari avrebbero acquistato validità sia ai fini del calcolo della pensione che per raggiungere l’età della pensione
Riscatto della laurea: come funziona
I requisiti per il riscatto della laurea sono rappresentati dall’avere conseguito il titolo definitivo e, nel corso degli studi universitari, non avere svolto attività lavorativa essendo, in questo caso, già coperto da contribuzione.
Non è possibile poi riscattare i periodi di iscrizione fuori corso e i periodi già coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa o da riscatto.
L’importo dell’onere di riscatto è calcolato dall’Ente previdenziale in base all’età dell’iscritto, alla sua retribuzione alla data della domanda, nonché in relazione all’entità degli anni da riscattare.
Concentrando l’attenzione sui corsi di laurea successivi al 31.12.1995 (entrata in vigore della riforma Dini che ha introdotto il metodo di calcolo contributivo) l’onere del riscatto della laurea è determinato applicando l'aliquota contributiva in vigore alla data di presentazione della domanda di riscatto, nella misura prevista per il versamento della contribuzione obbligatoria dovuta alla gestione pensionistica dove opera il riscatto stesso (per i lavoratori dipendenti il 33 per cento), applicata sulla retribuzione assoggettata a contribuzione “nei dodici mesi meno remoti rispetto alla data della domanda” ed è rapportata al periodo oggetto di riscatto.
Per le domande di riscatto presentate a decorrere dal 1° gennaio 2008 il contributo, indipendentemente dalla collocazione temporale dei periodi del corso di laurea, può essere versato in unica soluzione o in 120 rate mensili senza l'applicazione di interessi per la rateizzazione.
E’ possibile in ogni modo estinguere il debito anche in un numero minore di rate e comunque senza applicazione di interessi. Nel caso in cui si tratti di soggetti non iscritti ad alcuna forma obbligatoria di previdenza che non abbiano iniziato l'attività lavorativa in Italia o all’estero il costo da sostenere per il riscatto è più “leggero essendo pari al livello minimo imponibile annuo degli artigiani e commercianti moltiplicato per l'aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche dell'assicurazione generale obbligatoria (vigente nell'anno di presentazione della domanda, quest’anno quindi il 33 per cento).
Infine, vanno evidenziati i profili fiscali. il riscatto laurea è deducibile dall’interessato o detraibile con aliquota del 19 per cento per i genitori nel caso in cui il soggetto non lavoratore sia fiscalmente a carico
Il riscatto light del decreto pensioni
Partendo dai requisiti, è possibile accedere alla nuova modalità a condizione che al momento della richiesta si abbia fino a un massimo di 45 anni di età.
E’ poi necessario che gli anni da riscattare si collochino successivamente alla data del 31/12/1995, data di entrata in vigore del metodo di calcolo contributivo.
Come osserva in un interessante approfondimento pubblicato sul proprio sito il 21 gennaio 2019, la Fondazione Studi consulenti del Lavoro, l’assicurato richiedente, dunque, potrà anche non essere un soggetto sottoposto al metodo di calcolo contributivo puro, ma anche essere un soggetto sottoposto al metodo misto a condizione che l’evento (es. laurea) da riscattare si collochi in un periodo di competenza del metodo contributivo.
Il “paletto” rappresentato dal limite di età anagrafica costituito dal non avere compiuto 45 anni rende consequenzialmente non possibile che il riscatto light possa contribuire al raggiungimento dei requisiti per accedere a quota 100 che, come è noto, sono rappresentati dal “Combinato disposto” dei requisiti minimi dei 62 anni di età e 38 anni di contributi
Il massimo riscattabile è rappresentato dal numero di anni pari alla durata prevista del corso, in base al titolo (diploma triennale, specializzazione, dottorato.) mentre sono ovviamente esclusi gli anni fuori corso.
L’onere del riscatto light è determinato dal versamento di un contributo per ogni anno da riscattare utilizzando la “formula agevolata” che si considera nella versione standard per i soggetti non iscritti ad alcuna forma obbligatoria di previdenza. Si moltiplica cioè il 33 per cento per il reddito minimo di riferimento della Gestione Artigiani e Commercianti.
I pro e i contro
La valenza del riscatto light, come ha sottolineato qualche commentatore, è quella di “comprare tempo”, essendo limitata al computo dell’anzianità contributiva ai fini del raggiungimento del requisito contributivo e non al calcolo della pensione.
Non aumenta cioè il montante contributivo che genera l’importo. Il costo del riscatto è però ridotto, applicandosi l’aliquota IVS vigente (33 per cento) per il reddito minimo di riferimento nella Gestione degli Artigiani e Commercianti (nel 2018 era pari a 15.710 euro).
Nell’esempio numerico sviluppato dalla Fondazione Studi Consulenti Lavoro si sottolinea come nel 2019 un lavoratore di 44 anni con una retribuzione lorda imponibile di 35.000 euro otterrà un risparmio del 55% rispetto al riscatto ordinario.
L’esempio prende in considerazione un lavoratore nato nel 1975 con un primo contributo accreditato nel 1993 e laureatosi in giurisprudenza dal 1996 al 2000, senza aver versato contributi nei 4 anni di durata legale del corso.
Secondo le disposizioni ordinarie applicando l’aliquota IVS vigente del 33% per il reddito imponibile delle ultime 52 settimane, il lavoratore pagherebbe 11.550 euro per ogni anno di riscatto. Con il riscatto agevolato, invece, il costo per ogni anno di riscatto scende a 5.184 euro.
Last but not least va ricordato come il riscatto laurea, anche nella versione light, può essere rateizzato in un periodo massimo di 10 anni ed è fiscalmente deducibile.